Blog

La Macchina Fissa

Emilio Tremolada, già regista de Il tempo del Casoncello e Giardini indecisi, oltre alle altre mille cose che ha fatto e che farà, ha realizzato un nuovo film in cui racconta il dipanarsi delle stagioni nel giardino di Clark A. Lawrence. Gli abbiamo chiesto di raccontarci di cosa parla il film in vista della proiezione a Milano, in presenza anche di Antonio Perazzi.

LA MACCHINA FISSA

il giardino di Clark

film documentario di Emilio Neri Tremolada

con Clark Anthony Lawrence

musica Andrea Inchierchia

Italia, 2023

73

sarà proiettato domenica 3 marzo alle ore 11,00 

a Milano CityLife Anteo, piazza Tre Torri

(metropolitana linea 1 e linea 5)

Presentano il film Antonio Perazzi, Clark A. Lawrence e il film maker Emilio Neri Tremolada

Clark Lawrence è americano degli Stati Uniti, sì degli USA e per esser precisi di Paxinos nelle campagne della Pennsylvania, amante dell’arte e delle tradizioni del Mediterraneo ha pensato bene di venire in Italia prima nel sud a Napoli e da quello che era un semplice viaggio ha pensato di rimanere a vivere in Italia e fondare un’associazione culturale Culturale Reading Retreats in Rural Italy (Soggiorni di Lettura nella Campagna Italiana) e stabilirsi prima nel bolognese nei pressi di Budrio a Palazzo Montefano e poi nel 1997 a Crevalcore al Castello della Galeazza dove inizia a essere un giardiniere o meglio il “Mezzo Giardiniere” come si definisce nel titolo del suo primo libro edito da Officina Naturalis nel 2017. 

Nel 2012 il terremoto rende inagibile la Galeazza, Clark prende le sue piante mette tutto in vaso e cerca una nuova residenza e nuova vita, troverà ospitalità per la sua casa e il suo giardino alla Macchina Fissa un ex impianto idrovoro dismesso a Bagnolo San Vito a sud di Mantova poco sotto l’argine del Mincio. 

Macchina Fissa: così erano chiamate le idrovore azionate da macchine a vapore che operavano le acque per la bonifica e l’irrigazione dei terreni agricoli in Pianura Padana e qua ho incontrato Clark nella calda estate del 2022, un luogo affascinante e un giardino speciale fatto in maggioranza di piante annuali, e quindi rifatto praticamente ogni anno dando e trovando ogni anno diversa collocazione e differenze nell’impostazione e collocazione delle piante nel giardino. 

A fine autunno ho iniziato le riprese per il film, le piante, perlopiù annuali, erano al termine del loro ciclo vegetativo e mostravano un vissuto che tuttavia, non ne diminuiva il fascino. Ho seguito Clark nell’inverno e nella raccolta dei semi per la prossima stagione, e sopratutto nell’energica pulizia del giardino. Suoi aiutanti nell’impresa sono le amate caprette, che fanno piazza pulita dei resti della vegetazione e, al contempo, concimano l’orto. A primavera inizia la semina delle nuove piante, quelle americane o, meglio, native americane, le più amate da Clark: zucche, mais e fagioli che, insieme a ricino, amaranto, cosmos, enotera, ipomea e altre centinaia di varietà, riempiono il giardino orto in estate. Nel documentario seguiamo Clark nel suo lavoro e osserviamo la sua filosofia applicata al giardino, un luogo in cui “nuotare tra le piante”, un giardino progettato “… guardando fuori, quel che già c’è attorno: paesaggio, piante, clima, quello che è stato costruito dall’uomo. Prima guardare fuori per poi pensare a cosa fare dentro”. 

Emilio Neri Tremolada

Potrebbe piacerti...