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Intervista a La Collina Dorata – b&b e market garden

Nel blog del Vivaio Terraluna abbiamo il piacere di ospitare persone che ci ispirano con la loro visione, con il loro impegno e con metodi di lavoro che crediamo siano l’unica direzione verso cui il mondo del verde dovrebbe tendere. Oggi abbiamo la possibilità di conoscere più da vicino una realtà giovanissima, ma di grande valore e con tanta esperienza alle spalle. Diamo il benvenuto alle anime de La Collina Dorata!

Buondì, ci volete innanzitutto raccontare chi siete, che percorso avete, …non necessariamente di studi, ma di esperienza umana? Cosa vi ha portato alla coltivazione?

Siamo Eleonora ed Owen, coppia italo-inglese in carovana con piccolo Aurelio River e cane Ralph.
Ci siamo conosciuti in UK, a Cliveden National Trust, poco fuori Londra. Io (Eleonora) stavo conseguendo il training in Horticulture e Garden Design con la RHS che prevedeva, oltre allo studio, due anni di lavoro full time in un giardino storico, mentre Owen era Countryside manager delle proprietà di Cliveden al di fuori del giardino, e si occupava di forestry e biodiversity conservation.

Dopo i due anni di training, dai quali approdai dopo un anno ai Kew Gardens, ho continuato a lavorare in diversi giardini storici dove piano piano ho iniziato a sperimentare con diversi metodi di coltivazione biologica, ma anche gestione “biologica” del giardino in tutte le sue sfide e sfaccettature. Sono arrivata dopo qualche anno a Le Manoir Aux Quat’Saisons, vicino Oxford, dove lo chef francese Raymond Blanc coltiva e produce ortaggi per il suo ristorante stellato. Un’esperienza molto formativa e di grande ispirazione.

I due anni di Covid poi li ho passati a fare la volontaria a Sandy Lane Farm , per poi decidere di entrarci a lavorare a capo della produzione orticola. Quell’esperienza, in quel momento storico molto difficile che abbiamo condiviso tutti, ci ha fatto riflettere molto sull’importanza di connettere le persone e le comunità e di offrire dei servizi essenziali, come cibo sano e genuino, scollegati dalla grossa distribuzione e che possano mantenere viva la comunita’ stessa.

Il rapporto tra piante e uomo mi ha sempre molto affascinato, e la necessità di produrre cibo e la comunità in cerca di bellezza e di connessioni sane e sostenibili che si è venuta a creare attorno alla produzione, mi ha dato spinta finale ad iniziare il progetto della Collina Dorata. Un progetto che era nel mio cuore, ma per il quale mi sono presa del tempo introspettivo per ragionare e capire cosa dovesse essere e rappresentare esattamente.

Dopo questa riflessione importante, come è nato il progetto La Collina Dorata e cosa producete al momento?

La Collina Dorata e’ nata nel 2013 come B&B, nelle Marche, ad Offagna, paesino medievale a due passi dal mare del Conero, dove sono cresciuta. Un casolare totalmente abbracciato dal verde degli ulivi e dall’oro del sole, ristrutturato in chiave moderna seguendo criteri di sostenibilità, con tre grandi camere matrimoniali ed una enorme cucina dalla quale mia madre sforna dolci eccellenti e incredibili marmellate. Abbiamo la fortuna di vivere in una zona delle Marche molto rigogliosa, dove stanno nascendo tante piccole aziende agricole molto diverse tra loro ma con etica simile, e grazie a loro possiamo utilizzare solo prodotti locali, inclusa farina, uova, latte, formaggi.

Tutto l’anno godiamo di tramonti eccezionali che rendono la nostra collina (e tutto intorno) gialla e calda come se fosse fatta d’oro. In autunno inoltre i colori si fanno accesi di foglie gialle di aceri e querce, in contrasto con l’argento degli ulivi che abbiamo. Tutti gli ospiti del B&B rimangono estasiati dai tramonti. Ci sono poche case in questa zona e godiamo di una vista che è interdetta alla maggior parte delle persone. Da allora i nostri amici quando parlano di questa casa non dicono più’ “ci vediamo a casa tua ” ma “ci vediamo alla collina dorata “, come se fosse diventato un landmark. Quando abbiamo cominciato a pensare al nome dell’azienda agricola, abbiamo preferito non discostarci da questa visione della collina che diventa d’oro e che le varie ‘parti’ potessero essere accomunate sotto lo stesso nome.

L’esperienza del B&B è quindi oggi arricchita dal nostro progetto di market garden, dove produciamo in maniera stagionale, con metodo no-dig, rigenerativo e biologico certificato: fiori da taglio, incluse bulbose e fiori inusuali, per mazzi, jam-jars e mini allestimenti, ortaggi e frutti, e olio EVO per il quale stiamo creando un frantoio apposito per fare molitura in situ. I fiori sono arte e bellezza pura, cose necessarie per nutrimento dell’anima delle persone… fanno bene anche a noi che li coltiviamo e non abbiamo mai avuto alcun dubbio riguardo il loro inserimento nel nostro market garden.

Un market garden con un’offerta davvero completa, dove si possono trovare i vostri prodotti?

Partecipiamo al mercato della Terra di Slow Food ad Ancona ogni sabato mattina e a piccoli eventi, ma il nostro principale canale di vendita è quello diretto, con ordinazioni settimanali e mercato pop-up in azienda. Questo permette al cliente di avere sempre il prodotto più fresco possibile, preparato individualmente con tanta cura e la passione per la natura che ci contraddistingue.

L’amore per la Natura infatti traspare chiaramente. Quali sono i valori etici che guidano il vostro lavoro?

Siamo entrambi grandi amanti della natura e passiamo molto tempo ad osservarla e studiarla. Vivere in Inghilterra mi ha sicuramente aperto molto gli occhi, per la relazione che le persone hanno con la natura e per la loro una spiccata sensibilità e rispetto verso di essa. Valori, questi, che abbiamo profondamente fatto nostri e ci portiamo dentro in tutto quello che facciamo.

Abbiamo una vasta esperienza di coltivazione, ma ogni giardino è diverso e stiamo sperimentando con il metodo no dig e minimum till e con diversi tipi di piante per questo specifico contesto edafico e di clima, così da ridurre gli sprechi ed ottimizzare l’utilizzo di input quali compost, acqua etc.

Abbiamo un piccolo bosco da dove estraiamo materiale che ci serve per sostenere le piante dell’orto, stiamo producendo il nostro compost, riusciamo a coltivare la maggior parte delle piantine da seme. Stiamo cercando di diventare sostenibili economicamente senza scendere a compromessi con l’aspetto ambientale, ci vuole sicuramente tempo.

Siamo certificati BIO con CCPB, non tanto perché quello bio sia un ‘mercato di nicchia’ ma perché crediamo che coltivare debba essere fatto in un certo modo, debba proteggere e potenziare ecologicamente il posto dove lo si fa, non debba togliere ma aggiungere nutrienti e vita al terreno, e vorremmo spostare l’attenzione anche degli enti certificatori verso questa direzione. Inoltre, sempre nell’ottica della trasparenza, cercheremo di tenere l’azienda aperta il più possibile così che clienti e curiosi possano venirci a visitare, vedere e conoscere.

Fortunatamente, una volta che abbiamo affacciato il naso di nuovo in Italia, abbiamo scoperto una floridissima comunita’ di coltivatori, sia di fiori che di ortaggi, giardinieri, garden designers, fiorai e floral designers, che lavorano con etica e rispetto della natura e delle persone, ed è molto appagante poter unirci al coro di voci e amplificare il messaggio dell’importanza di un prodotto slow, stagionale, biologico per il benessere, la felicità e la salute di tutti.

Quale credete che sia la direzione in cui l’agricoltura dovrebbe andare?

Il discorso è veramente molto complesso e la lezione più importante che ho imparato dalla natura è che è molto difficile, se non impossibile, generalizzare. E probabilmente la chiave è proprio qui, lavorare sulle identità locali e per questo, più piccoli agricoltori siamo e meglio è. Le sfide dell’agricoltura sono enormi ma di certo c’è un gran bisogno di ridirezionare verso una collaborazione con la natura, anziché solo sfruttamento di essa. I metodi di coltivazione rigenerativi e di permacultura ci stanno dimostrando che la creazione di sistemi stabili e complessi è molto più produttiva dei sistemi di coltivazione convenzionali, a lungo andare. C’è però bisogno di enormi competenze e skills da parte degli operatori e, finora, le politiche agricole sono andate nel verso completamente opposto (forte meccanizzazione e agricoltura di precisione). Direi comunque che la cosa fondamentale sia puntare sulla biodiversità locale e, parallelamente alla coltivazione, rieducare le persone alla stagionalità e ai sapori reali del cibo buono. L’agricoltura deve tornare ad essere non solo il lavoro del contadino per antonomasia, ma un lavoro di comunità, un aspetto della vita di cui tutti dovrebbero conoscere le basi, proprio per vivere bene.

Complimenti davvero per tutte le risorse che state mettendo letteralmente e metaforicamente in campo, speriamo che siate d’esempio per altre aziende, e che la comunità che vi circonda capisca il grande valore di ciò che state creando per il vostro territorio. Grazie e a presto!

Per chi volesse contattare La Collina Dorata, ecco i recapiti:

www.lacollinadorata.it

@bblacollinadorata su FB

@lacollinadorata su Instagram

farm.lacollinadorata@gmail.com

lacollinadorata@gmail.com

Eleonora 333 7809622 Whatsapp

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