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Ballymaloe, scuola di cucina e di coltivazione

In questo post, tratto da una delle nostre newsletter, raccontiamo della visita fatta alla Ballymaloe Cookery School, un progetto articolato e ambizioso nell’Irlanda del sud.

Le origini

E’ il 1968, e una ragazza di nome Darina decide di lasciare il suo lavoro di cuoca a Dublino per trasferirsi in un piccolo  villaggio di pescatori nel sud, Ballycotton. Lì inizia a lavorare per la signora Myrtle Allen, che ha aperto un ristorante in una casa di campagna nella fattoria del marito, e scrive il menu ogni giorno, in base a quello che offre la stagione, sia nei campi attorno alla fattoria che in mare. Magari oggi non è una cosa così insolita ma all’epoca praticamente tutti i ristoranti compilavano un menu e lo mantenevano sempre inalterato.

E’ il 1970, e Darina sposa uno dei figli di Myrtle, e le due donne organizzano assieme corsi di cucina per attirare visitatori nelle stanze in affitto della fattoria. Passano altri anni, succedono tante cose, Darina Allen viaggia e studia moltissimo. I suoi corsi hanno sempre più successo, tanto che decide di proporre qualcosa di molto impegnativo: corsi di 12 settimane presso la fattoria, ai quali partecipano studenti da tutto il mondo.

E’ nata la Ballymaloe cookery school!

Il progetto

Queste cose non succedono dall’oggi al domani, serve impegno, fatica, fiducia, investimenti, tempo, rinunce, ma negli anni l’azienda agricola si struttura incentrandosi attorno all’offerta formativa.

Nei campi vengono pian piano progettate e realizzate aree didattiche diverse dedicate alla produzione del cibo usato nella scuola: stalle, frutteto, orto, campo di piccoli frutti, e anche un labirinto e alcuni giardini ornamentali. Da lì sono passati personaggi importanti come Alice Waters e Sandor Katz, per citarne alcuni.

Il fulcro del progetto è diffondere un’alimentazione sostenibile, quindi locale, biologica e con prodotti stagionali. I corsi iniziano sempre dalla conoscenza dei giardini, perché Darina si è resa conto che molte persone del settore sono disconnesse da come il cibo viene prodotto,  e non sono consapevoli di quanto suolo, cibo e acqua siano correlati.

Nella scuola c’è anche un ristorante, ma è riservato agli studenti dei corsi e agli eventi. Per i visitatori c’è invece uno shop in cui si possono acquistare frutta, verdura, latte, pane, erbe e altro di produzione della farm, e anche oggettistica e i molti libri che negli anni sono stati scritti sulla storia e le ricette della scuola.

Visita alla Ballymaloe Cookery School

La visita ai giardini dura almeno una mezza giornata, e per lo desidera c’è un food track per pranzare all’aperto con una piccola selezione di piatti da street food km 0, con anche opzioni vegetariane, vegan e senza glutine.

La Ballymaloe Cookery School è davvero un posto di una bellezza rara, in cui traspare la cura per ogni dettaglio e la coerenza del progetto. Speriamo che il nostro racconto possa essere di ispirazione per qualcuna delle piccole o meno piccole realtà italiane che vogliono realizzare qualcosa di diverso, lontano dai metodi tradizionali, ma anche dal greenwashing che ormai si vede un po’ ovunque.

Questo è il loro sito.

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